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Utilizzo del laser in ortodonzia

Dr. Alessandro Musci | Dr. Valerio Maccagnola


INTRODUZIONE

Il termine LASER compare per la prima volta sulla rivista Science il 9 Ottobre 1964 ed è così descritto: “L’apparecchio laser è costituito da un tubo riempito di gas i cui atomi sono eccitati elettromagneticamente fino a raggiungere uno stato ad alta energia. Poi un fascio di luce li stimola ad emettere energia di una data lunghezza d’onda. In analogia con un organo a canne, nella cavità risonante si forma tra gli specchi un treno di onde coerenti. Il sottile raggio in uscita è il raggio laser”. Il laser è quindi uno strumento capace di produrre un fascio di luce coerente, monocromatica in un raggio rettilineo estremamente collimato. Il laser a diodi utilizza sorgenti a semiconduttore (CO2) per produrre luci laser con una lunghezza d’onda di 810 nm; la radiazione fra gli 800nm e i 1000nm, infatti, è assorbita dall’acqua e dall’emoglobina. L’applicazione biomedica del laser, sopratutto in odontoiatria, si basa appunto sull’assorbimento della radiazione da parte dell’acqua contenuta nei tessuti, dall’emoglobina contenuta nel sangue e da pigmenti normalmente presenti in alcuni tessuti.

Tra i fattori che influenzano l’interazione laser-tessuti ci sono: le caratteristiche del laser (modalità di irraggiamento, lunghezza d’onda, potenza effettiva) e le caratteristiche del tessuto bersaglio (colore, proprietà di assorbimento e riflessione delle sostanze in esso presenti). Le applicazioni della radiazione laser in odontoiatria rientrano in due tipologie. Una modalità cosiddetta terapeutica in cui l’energia laser è trasmessa attraverso il tessuto da trattare tramite un processo denominato scattering (diffusione) e i cui effetti sono: biostimolazione, decontaminazione e disinfiammazione. L’altra modalità, definita chirurgica, si ha quando l’energia laser è concentrata sulla punta della tip, dopo che la tip è stata attivata; il processo si basa sull’assorbimento della luce da parte dei tessuti con effetti di taglio, coagulazione e distruzione tissutale.


PROTOCOLLI LASER IN MODALITÀ CHIRURGICA
GENGIVECTOMIA TESSUTI IPERTROFICI

Indicazioni:

  • riposizionamenti
  • controllo ipertrofie generalizzate

Potenza: 4 Watt

Modalità d’irraggiamento: super-pulsata

Note: nelle ipertrofie generalizzate associare protocollo di istruzione e motivazione all’igiene orale


GENGIVECTOMIA TESSUTI SANI 

(poco fibrosi, alto contenuto emoglobina/pigmenti)

Indicazioni:

  • ipoeruzioni
  • eruzione passiva ritardata
  • ricostruzione laterali conoidi

Potenza: 4 Watt

Modalità d’irraggiamento: super-pulsata

Note: effettuare sempre sondaggio parodontale e/o rx endorale per identificare giunzione smalto-cemento


GENGIVECTOMIA TESSUTI SANI 

(fibrosi, basso contenuto emoglobina/pigmenti)

Indicazioni:

  • bandaggio/bondaggio precoce dei settimi inferiori

Potenza: 2 Watt

Modalità d’irraggiamento: continua

Note: dove possibile trazionare con una pinzetta il lembo di tessuto da eliminare per facilitare la rottura degli elementi fibro-elastici


OPERCOLECTOMIA VESTIBOLARE/CRESTALE

Indicazioni:

  • elementi in inclusione mucosa vestibolare o crestale
  • fase terminale disinclusione ortodontico/chirurgica a cielo coperto in posizione vestibolare o crestale

Potenza: 1,8 Watt

Modalità d’irraggiamento: continua

Note: eseguire ove possibile una rx endorale per conferma posizione sottomucosa (no setti ossei interposti) e identificazione reperi anatomici per accesso chirurgia laser e successivo bondaggio ideale


OPERCOLECTOMIA PALATALE

Indicazioni:

  • elementi in inclusione mucosa palatale
  • Fase terminale disinclusione ortodontico/chirurgica a cielo coperto in posizione palatale

Potenza: 2 Watt

Modalità d’irraggiamento: continua

Note: nella disinclusione ortodontico/chirurgica a cielo coperto effettuare l’opercolectomia alla comparsa della bozza palatale per poter effettuare un trazionamento verso vestibolare il più occlusale possibile


FRENULECTOMIA LABIALE

Indicazioni:

  • diastema
  • Problemi parodontali da trazionamento frenulo

Potenza: 2 Watt

Modalità d’irraggiamento: continua

Note:

  • effettuare sempre diagnosi differenziale per altre possibile cause diastema
  • effettuare pull-test per individuare inserzione frenulo e tessuti parodontali coinvolti
  • rivedere il paziente a 7-15-21 giorni


FRENULECTOMIA LINGUALE

Indicazioni:

  • distanza del punto di inserzione <10mm
  • ipomobilità linguale
  • inserzione sulla porzione geniena del frenulo con recessione gengivale

Potenza: 2 Watt

Modalità d’irraggiamento: continua

Note:

  • effettuare pull-test per valutare se escindere anche inserzione geniena del frenulo
  • Rivedere il paziente a 7-15-21 giorni

29/5/2015